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aggiorni alessandro's List: competenze-comunicative

    • Se ad esempio si considera la costruzione di un ipertesto in classe, dove può risiedere il potenziale formativo più specifico e più alto di questa attività?
       Costruire ipertesti, cioè strutturare conoscenze in forma associativa, può sia costituire un’operazione banale, di basso livello formativo, sia diventare un’attività di rilevanza formativa. Questo accade se il processo di costruzione portato avanti dagli alunni viene affiancato da un’attività didattica che orienta ad una riflessione di livello più alto, su un piano semantico e metacognitivo: capire che relazioni si possono stabilire a partire da un elemento verso gli altri, se si possono rappresentare in modo diverso le relazioni, quali sono le regole comunicative che si possono attribuire all’oggetto prodotto, in modo tale che un fruitore esterno ne comprenda la “sintassi” etc.
      • fondamentale, soprattutto per un wiki

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    • Una valenza formativa alta delle nuove tecnologie si ha nelle occasioni in cui esse offrono l’opportunità per riflettere sulle regole sottese, sui criteri interni, sollecitando la capacità di vedere i problemi secondo una pluralità di ottiche, di considerarli secondo angolature inconsuete, di acquisire consapevolezza dell'esistenza di relazioni più profonde, nascoste etc.: ciò rappresenta uno dei contributi più significativi che esse potranno offrire all'apprendimento.
      • non sempre complesso significa alto

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    • Del resto, l’impiego di modelli e di simulazioni si trova tra Scilla e Cariddi: è più opportuno farli costruire in toto agli alunni o è preferibile avvalersi di modelli già, almeno in parte, strutturati? In generale, è più significativo far costruire attivamente modelli e simulazioni agli alunni stessi, il che consente di far meglio comprendere i limiti di validità del modello scelto, piuttosto che fornire ambienti strutturati: questa soluzione tuttavia si imbatte nell’enorme dispendio di tempo che comporta all’interno del contesto didattico.
      • dispendio di tempo, che però ritorna in forma di conoscenza non inerte, credo

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    • Tipologia

      EsempioTool di produttività individuale
      Software di base come quelli di scrittura, blog, foglio elettronico, database, programma di grafica e per la gestione di presentazioni, ma anche applicativi del tutto specifici e settoriali (progettazione, contabilità, logistica, ecc..).
      Tool di informazione
      Motori di ricerca, repository, banche dati.
      Tool di condivisione di risorse-collaborazione
      Wiki, mappe concettuali, web forum CSCL, strumenti di social tagging (ad es., Del.icio.us e Flickr).
      Tool di comunicazione
      E-mail, chat, mailing list, web forum, podcast.
      Tool per gestione di gruppi e comunità
      Strumenti del cosiddetto Social networking, syndication, agende, sondaggi.
      Tool di modellazione- simulazione
      Software di authoring, fogli elettronici, ambienti di simulazione, ambienti di gioco MUD (acronimo di Multi User Dungeon), Active Worlds.
      • Quali sono questi fattori extratecnologici? Ne indichiamo alcuni:

         
           
        • pratiche e convenzioni sociali di uso
        •  
        • atteggiamenti ed aspettative degli attori implicati
        •  
        • modelli organizzativi e gestionali
        •  
        • trame di rapporti sociali e sistemi relazionali sottesi all'uso delle tecnologie
        •  
        • consegne di lavoro e modelli didattici che vi vengono affiancati.
      • tutti elementi che formano l'ambiente di apprendimento sostanziale

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    • Ovviamente in tutto ciò grande importanza ha la contestualizzazione didattica.
        Per fare un esempio banale: un CD-Rom che presenta un archivio storico informatizzato può fornire una massa di dati grezzi di nessuna utilità; potrebbe però diventare un prezioso supporto didattico in funzione di alcune ipotesi storiche a cui quei dati potrebbero consentire di rispondere. Se l’insegnante ha delle ipotesi ed intravede il rapporto tra esse e quei dati, ecco allora che quello strumento diventa interessante.
        Qual è dunque il punto di partenza? L’ipotesi dell’insegnante.
      • la mediazione didattica è fondamentale.
        i dati informativi e gli strumenti in sè considerati sono inerti, neutri.

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    • Platone sottolineava come la scrittura avrebbe prodotto l’indebolimento della memoria. In pratica, Platone rivolgeva alla scrittura critiche che per certi aspetti sono simili a quelle che vengono oggi avanzate all’uso delle macchinette calcolatrici nella scuola primaria: è infatti noto come si tenda a limitare il loro uso in quanto esso indebolisce la capacità mnemonica di calcolo.
       

       

      Tuttavia il sistema mente-macchina non agisce sempre e necessariamente in forma puramente compensatoria: esso può anche autonomamente liberare potenzialità cognitive e creative non prevedibili.
        Platone non poteva immaginare che, a fronte di una perdita delle capacità mnemoniche, la diffusione della scrittura, all’interno di pratiche culturali che si sedimenteranno nel tempo, avrebbe contribuito a favorire altre abilità cognitive (attraverso la possibilità dell’analisi retrospettiva sul linguaggio, la scrittura ha aperto la strada al pensiero analitico, caratterizzante il pensiero occidentale).

      • molto interessante. quindi gridare al lupo al lupo non è così giustificabile?

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    • Dinanzi a certe interfacce, siamo catturati dalla situazione ed interagiamo intensamente con essa, come nei casi del pilota da corsa o dell’utilizzatore di un videogioco “spara e fuggi”: qui le reazioni sono automatiche e rimane pochissimo spazio per la riflessione. In altri momenti invece, come dinanzi ad un libro, ci distacchiamo riflessivamente; la nostra attività conoscitiva si muove tra questi due limiti, tra un “essere presi” dalla situazione ed un distaccarci da essa attraverso forme di speculazione decantata.
       Dalle osservazioni di Norman si può desumere che un ambiente troppo interattivo non è funzionale alla riflessività: funzioni cognitive più alte sono disabilitate a favore di processi di livello essenzialmente percettivo e motorio.
      • quindi in realtà lavorare al pc non aiuta in senso stretto la riflessione

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    • Leggere, guardare la televisione, usare il computer: quali differenze sono rilevabili nella tipologia di fruizione di questi media? Quando si legge un libro l’occhio si dispone all'esame dei dati in modo analitico-lineare, avanzando secondo la sequenza prestabilita dalle linee del testo. Si ha anche la possibilità di soffermarsi e di tornare indietro, qui è la mente che controlla il ritmo dell’attività; ad essa è inoltre consentito molto spazio per l’elaborazione simbolica; il soggetto deve tradurre interiormente il testo in immagini o significati, deve costruire un senso che non è già rappresentato. Quando si guarda la televisione, l’occhio non procede linearmente, ma salta qua e là, afferrando a “sguardi diffusi“. Le immagini già date rimangono per lo più in superficie, nella memoria eidetica, in attesa di essere sostituite dalle nuove che sopraggiungono. Quando si usa il computer, il focus è sull’azione che compie il soggetto: la percezione si concentra sugli effetti della propria azione motoria (digitazione, movimento con il mouse, casco virtuale ecc..).
       Secondo D. De Kerckhove, a ciascuna di queste modalità basiche di frequentazione mediale corrispondono determinati “brainframes”, cioè strutture neurologiche predisposte ad acquisire ed elaborare informazioni secondo modalità specifiche.
      • mi pare chiaro e condivisibile

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    • Se le potenzialità non sono opportunamente portate alla luce ed integrate con altri fattori, è del tutto verosimile pensare che le tecnologie non favoriscano gli apprendimenti, quando addirittura non li impoveriscano.
      • quali fattori?

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    • Un’introduzione selvaggia del computer nella scuola, al di fuori di una mirata collocazione formativa, in un contesto educativo complessivamente troppo acquiescente verso il soddisfacimento di bisogni immediati dell’alunno, contribuirà globalmente ad uno scadimento della riflessività,
      • concordo al mille per mille!!!!

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    • Questa affermazione non significa che non esista alcun tipo di condizionamento tra mente e medium; essa va piuttosto intesa nel senso che l’orientamento della relazione in termini di effetti sulla struttura cognitiva o conoscitiva non è dato a priori, non appartiene cioè alla tecnologia in sé, ma assume un senso in funzione di alcune variabili esterne (contesto culturale, didattico, cognitivo ed anche durata delle pratiche d’uso).
      • concordo

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